Si sa, la nostra meravigliosa Playstation 3 è stata l’idolo delle folle per un decennio, spannometricamente dal 2007 al 2017 (dipende anche dai mercati). Ci ha regalato gioie e dolori, in quanto non tutte le sue caratteristiche rappresentavano proprio il top di gamma. Non nego come tutt’oggi, mi ci ritrovi ad utilizzarla per godermi qualche giochino che altrimenti non sarebbe possibile trovare in giro in altro modo. Un esempio? Max Payne 3.
Oltre a vari giochi di avventura o sparatutto, la Playstation 3 ci ha “regalato” (a suon di quattrini sonanti eh!) diverse avventure grafiche veramente degne di nota. Ne abbiamo raccolte 8, dato che il “10” non ci piaceva: le trovate di seguito.
P.S. vale sempre la regola per cui il giudizio è puramente soggettivo e che tutti i giochi sono stati ri-giocati, per cui vissuti anche con il post-entusiasmo della prima volta.

LIFE IS STRANGE
Quante volte abbiamo sognato di poter riavvolgere il tempo e dare un diverso corso agli eventi? Quella maledetta scelta che ci condiziona la vita o semplicemente un sapore da “What if … ?”? Una tempesta (probabilmente) in arrivo ad Arcadia Bay, fa da sfondo alla vita della giovane Maxine “Max” Caulfield e alla sua migliore amica Chloe Price. Le ragazze passano le loro giornate da compagni di classe un po’ stronzi, ex amanti nonché spacciatori, madri vedove e, specialmente, lo spettro della scomparsa di Rachel Ambers.
Life is strange scorre lentamente, ricco di dialoghi, empatico sia per un pubblico maschile che femminile. Giocandovi non potrete che immergervi nei ricordi e nel presente delle ragazze, alla ricerca di un percorso che le possa fare andare avanti come avreste voluto voi stessi per le vostre vite.

THE LAST OF US
Tommy, il fratello Joel e Sarah, sua figlia, si trovano improvvisamente in una baraonda di morte: una devastante epidemia sta trasformando l’umanità in zombie. In una Austin irriconoscibile, tentano una fuga disperata finché Sarah non viene uccisa. Trascorrono 20 anni, Joel traffica armi in un’America ormai devastata. Il buio sembra permeare ogni angolo di cielo, finché compare la quattordicenne Ellie che sembra immune al contagio …
Un action-adventure semplice, se vogliamo anche banale nella trama, ma coinvolgente e avvolgente. Impossibile smettere di giocarci fino alla fine, ma non per scoprire chissà quale twist della trama, quanto per accompagnare i nostri due protagonisti alla meta. Certamente, siamo distanti dal concetto di “avventura grafica”, tuttavia siamo perfettamente nel perimetro di una “avventura” dalle tinte fosche, cupe, in cui guidare i nostri “eroi” (così umani) dall’inizio alla scoperta di un Sacro Graal nella forma di un vaccino. Immancabile nella nostra collezione.

BEYOND: TWO SOULS
Aiden è una forma spirituale che la giovane Jodie Holmes cerca di controllare sin da bambina. Un’entità capace di entrare nel corpo di un’altra persona, risalirne le cavità fino al cervello e prenderne il controllo. Questo potere non può essere ignorato dalla CIA che ne studia le potenzialità, facendo di Jodie un agente controllato dalla CIA stessa.
Il gameplay di Beyond: two souls si divide tra interazioni con gli altri personaggi, dialoghi e specialmente scelte. Queste influenzeranno il procedere della trama nonché il finale stesso del gioco. A questo occorre aggiungere che, anche rispetto ad altri titoli della Quantic Dream (Heavy Rain, Dertoit: become human), si aggiunge una maggiore possibilità di azione e dinamismo, in quanto potrete controllare Aiden ma anche lanciarvi in combattimenti corpo a corpo. Le tinte desolate e malinconiche vi accompagneranno nei quindici anni di vita di Jodie che esplorerete.

HEAVY RAIN
Pugno nello stomaco, grigiore che come una mannaia ci si abbatte addosso, buio mentre si è nudi e non si vuole uscire o forse pioggia che riversa addosso un carico pesante, insostenibile. Definite questo capitolo della Quantic Dream come meglio lo sentite, ma state certi che qualunque sia la vostra sensibilità, più e più volte il magone vi prenderà… e non riuscirete a farlo scivolare via come gocce di pioggia.
Momenti da thriller si infrangono contro altri drammatici, senza dimenticare l’impianto giallo-investigativo che è il vero motore dell’avventura. L’innesto investigativo vi spingerà ad indagare, capire, perché appare chiaro sin dall’inizio che difficilmente tutto ciò che accade nella vita di Ethan può essere frutto del caso. A forza di scavare passato e presente con le unghie, quando riuscirete a raggiungere il finale e unire i vari fili che sembravano dipanarsi in maniera entropica, vi troverete immersi in un twist di fronte al quale non si può restare indifferenti.

THE WALKING DEAD – SEASON 1
Sicuramente conoscete le lande desolate di The Walking Dead, che si tratti della serie tv o del fumetto di Robert Kirkman. Una Terra ormai distrutta da orde di zombie (e di uomini), puzzolente, marcia metaforicamente e concretamente, piegata da un morbo che ha colpito tutti. Inesorabilmente. Se muori, ti risvegli.
Questa prima stagione, assolutamente la migliore, inquadra i sopravvissuti Lee e Clementine. Il primo è stato carcerato per l’omicidio dell’amante della compagna che, nella sfiga delle sfighe, è anche un senatore degli Usa. La seconda, Clem, è una bimba di circa otto anni che si è separata dai genitori e dalla babysitter, restando sola e indifesa in questo mondo per nulla ospitale. I due troveranno stimoli l’uno nell’altra per poter e voler sopravvivere.
The Walking Dead: Season 1 emoziona, strugge. Proprio l’immersione in una trama lineare, ne fa evidenziare lo splendore dei personaggi, ognuno con le proprie luci e ombre. Alle volte non saprete veramente per chi parteggiare e, conseguentemente, le scelte che vi ritroverete a fare saranno letteralmente scandite dal feeling del momento.

THE WOLF AMONG US – SEASON 1
Luca Wolf (sigh… ) è lo sceriffo dell’immaginifica Favolandia, una comunità di personaggi e comprimari di fiabe e favole che sono scappate dalle “Terre Natie”. Queste possono essere definite come dimora per le favole, luogo idilliaco dove far “risiedere” i racconti, purtroppo assaltato da un esercito di facinorosi facenti capo al temibile “Avversario”. Con alla base questo fattaccio, si dipanano diverse sotto-trame raccontate nei 5 episodi della prima stagione.
The Wolf among us: season 1 sfrutta la classica modalità decidi-punta-e-clicca della Telltale Games, in qualche modo ancor più semplificata per dare maggiore spazio alla trama. Anzi proprio in questo elemento risiede il più grande pregio che è, al contempo, il più grande difetto di questo titolo: un’atmosfera arricchita da eventi scanzonati o cupi, con protagonisti e comprimari ben costruiti, che si evolvono durante la storia. La trama? Ben congegnata, articolata, piena di micro-eventi che la lasciano apprezzare ancora di più. Lo snodo arriva sulla “profondità” della trama. Vi troverete a compiere azioni per il gusto di andare avanti e vedere la seguente scenetta, molto difficilmente vi troverete a riflettere sulle conseguenze di una scelta.

L.A. NOIRE
Cole Phelps è un detective di una delle città più cupe, erose sin nelle fondamenta da una criminalità che non si ferma di fronte a niente e nessuno: Los Angeles. Ed è proprio in un clima “noire” che impersoniamo il detective, nonché ex soldato, Phelps, passando da un caso all’altro senza tregua.
Teniamo bene in mente che non è possibile approcciarsi distrattamente all’avventura della Rockstar Games: per risolvere i casi è necessaria attenzione ai dettagli, sia quelli della scena del delitto sia quelli annidati tra i dialoghi con i vari testimoni e/o accusati. Questo ne è l’aspetto più affascinante, è impossibile non impersonarsi in Phelps, pensando “come lui”, cercando di agire come “avrebbe fatto lui” anche quando vi ritrovate a scegliere se proseguire con il caso assegnatovi o rispondere ad altre chiamate. Insomma Phelps siete voi, siamo noi, non è possibile vivere L.A. Noire pensando che sullo schermo vi sia un insieme di pixel che potreste mandare al macero o no, è come se agiste su voi stessi.
Qualche nota dolente? Non tutti i casi risultano così emozionanti e curati, rischiando di far sentire un senso di deja-vu o frustrazione, specialmente nelle fasi centrali del gioco.

THE WALKING DEAD – SEASON 2
Impersonando Clementine, accompagneremo la bambina verso un nuovo variegato gruppo. Anche qui, come prevedibile, le cose si mettono rapidamente male, portando il gruppo di superstiti verso un rifugio in montagna, posto dove Clementine incontrerà una vecchia conoscenza…
Rispetto alla prima stagione, The walking dead: season 2, ci vede guidare Clementine in un contesto che ormai conosciamo bene: quello di morte e distruzione. Il mondo ormai è completamente fottuto e non c’è spazio per i buoni sentimenti o per eccessive speranze. Oppure no? The walking dead: season 2 offre un’esperienza immersiva, su un tessuto rodato (quello del contesto zombie-post apocalittico), lasciandosi giocare fino alla fine.