Le migliori 5 Avventure Grafiche per PS4

Si sa, ormai l’avvento della PS5 sta via via spazzolando i residuati bellici di PS3 e quelle-che-a-brevissimo-saranno-timide-produzioni della PS4. Approfittiamone, quindi, per esplorare qualche gioco semplice da trovare anche come usato o low-budget.

Unici fattori comuni: l’avventura interattiva e la console.
Elemento da tenere in conto: sono esclusi quei giochi che sono nati per altre piattaforme e qui rimasterizzati (alcuni esempi: Blade Runner o Day of the tentacle remastered, Resident Evil 2, …. ).


Detroit: become human

Siamo nel 2038, la CyberLife ha imposto la compresenza tra umani e androidi, veri e proprio tuttofare (in tutti i sensi) capaci di lavorare in qualsiasi condizione, senza stancarsi e (specialmente) senza lamentela alcuna e dedizione totale a quanto loro affidato (e programmato). Vent’anni dopo questa convivenza, alcuni di loro sembrano essere in grado di maturare dei sentimenti molto simili a quelli umani, destando timori per le conseguenze di questa evoluzione al punto da soprannominarli “devianti”.

Il lavoro della Quantic Dream mette pienamente nelle nostre mani il dovere di vincolare le azioni dei protagonisti al nostro modo di pensare e agire, scegliendo per loro, accompagnandoli per il loro percorso di vita (o di morte). Questa immedesimazione in una cornice tecnicamente ineccepibile e, specialmente, emotivamente unica. Impossibile non empatizzare con Kara, Connor o Markus, imprescindibile incazzarsi con noi stessi per quella scelta frettolosa che farà prendere un pericoloso declino al protagonista di turno, costante emozionarsi (come devianti) in momenti drammatici, epici o ricchi di pathos. Il tutto avvolto in una cornice cinematografica ammaliante, capace di far strabuzzare gli occhi.

Le azioni richieste al giocatore non sono altro che scelte di risposte o impostazioni di dialoghi, e di quick-click dei tasti del joypad per far compiere l’azione giusta al momento giusto al vostro personaggio. Pena una diramazione (spesso non piacevole) alla trama. Se questo aspetto non è limitante e se la trama non originalissima (ma avvincente) non rischia di annoiarvi, non perdete questo capolavoro. Detroit: become human è pura emozione.


Life is strange: before the storm

Chloe e uno squarcio della sua vita. Una inquadratura trasversale che la accompagna in un percorso molto difficile: quello dell’adolescenza. I primi amori, l’omosessualità, l’affrontare la vita con il doloroso imprinting della morte del padre. La storia di una ragazza.

Il ritorno al passato di questo secondo episodio di Life is Strange, ci presenta uno degli spaccati di crescita di Chloe, quello più arduo da affrontare … e ci riempie il cuore osservare e accompagnare una giovane Chloe, sapendo già il destino che la (può) attende(re), in base al finale che avrete deciso nel primo episodio della serie. Qui siamo “before the storm”, per cui la trama non ha possibili sbalzi ai limiti del sovrannaturale, non c’è nessun controllo del tempo, anzi è l’intenso scorrere del tempo uno dei protagonisti. Il tempo il cui incedere inesorabile ci porta a compiere delle scelte, costruendo quello che siamo e quello che diventeremo.

Le scelte sono elemento portante anche in Life is Strage: before the storm, continuamente ci troviamo a decidere per un personaggio di un videogioco … ma è così reale, quasi tangibile, dal farci penare, sperando di aver compiuto la scelta giusta. Esiste, tuttavia, una scelta “giusta”?


Until Dawn

Una funivia è l’unico collegamento tra una baita e la civiltà. L’assenza di campo, oltretutto, aumenta l’isolamento. I proprietari della baita hanno tre figli e un maledetto anno le due gemelle scompaiono, nel nulla… forse. L’anno successivo il fratello delle due si raccoglie nuovamente nella baita con degli amici ma… potrà veramente andare tutto bene?

Until dawn parte con un “cast” di teenager molto stereotipato, incespicando in una fase introduttiva che rasenta la noia e non fa ben sperare per l’evoluzione del gioco. Tutto cambia non appena scatta una consapevolezza: siete voi a (far) compiere delle scelte ai protagonisti, innestandone cambi di rotta comportamentali e diramazioni di trama imprevedibili. Non solo vita o morte dei personaggi, ma anche evoluzione umana degli stessi, tutto nelle vostre mani.

Con una cura dei dettagli strabiliante e un gameplay che non vi lascerà staccare dal joypad, Until Dawn è uno dei giochi più longevi del genere a cui mai giocherete. Questo grazie alla frustrazione da maledetta scelta errata che vi farà venire voglia di ricominciare dall’inizio e decidere diversamente. Chissà portandovi dove. Imperfetto e coinvolgente.


The last of us 2

Jackson è la meta dove Joel e Ellie si sono stabiliti, dopo gli eventi del primo episodio. Joel non ha confessato a Ellie quello la scelta che ha dovuto fare, ma questa resta sospesa come un fantasma che aleggia intorno alle loro vite, portandoli verso un graduale allontanamento. Durante un giro di ronda, Joel e Tommy incontrano prima Abby, poi il suo gruppo organizzato e armato denominato WLF (Washington Liberation Front), e il destino prenderà una direzione inaspettata, spietata, crudele, dolorosa, mettendo davanti Ellie e Abby, in uno scontro che potrà vedere sopravvivere solo una di loro.

Non solo The Last of Us 2 eredita dei meravigliosi protagonisti che già da soli avrebbero garantito la riuscita del gioco, ma incastra una trama articolata, mai banale, ricca di balzi avanti e indietro nel tempo e lunga ma mai noiosa tanti sono gli intrecci. Inoltre inserisce nuovi personaggi così veri, palpabili e dai comportamenti per nulla scontati (pensiamo a quello che farà Lev con la madre … ), arricchendo un mondo in disastro con un insieme di tonalità di grigio, dato che ormai i Naughty Dog l’hanno palesato: in The Last of Us non esiste il bianco e nero della psiche umana, esistono molteplici sfaccettature. Spesso queste sono imprevedibili. Ancora il team di sviluppo non si ferma qui, in quanto decide di alternare il punto di vista di Ellie con quello di Abby, per cui prepariamoci a guidare l’odiata Abby nelle terre invase dai mostri, salvandole continuamente la vita quando in realtà vorremmo lasciarla cadere in pasto ad una orda famelica. Questo almeno finché il passato della co-protagonista non risale a galla e le famose tonalità di grigio vi faranno porre determinati interrogativi.


Martha is dead

Italia, 1944, fasi finali di una guerra logorante e devastante. Martha e Giulia sono due sorelle, apparentemente sospese in un limbo di terra distante dagli orrori della guerra. Vivono in un casolare in campagna e la morte sembra un’eco distante. Finché nel lago vicino casa non compare un cadavere… quello di Martha.

Questo gioco della LKA ha veramente diritto di stare in questa lista? Forse no. Martha is dead, innanzitutto, non è un vero e proprio horror. Inizia come un giallo all’italiana degli anni ’70, si sporca di horror, si dipana come thriller e culmina come un dramma. Diciamo che l’analisi certosina degli ambienti, e degli oggetti che li compongono, lo scatto di fotografie e la successiva analisi sono gli elementi cardine del gioco.

Allora perché si trova in questa lista? Perché il collante delle esperienze oniriche, insieme al gameplay esplorativo, costruiscono una modalità di vivere un’avventura che beneficia al contempo dei migliori elementi dei classici del genere e di quelli più contemporanei. Il risultato è unico. Martha is dead è unico.

Vi entusiasmerà? Difficile dirlo, specialmente senza poter approfondire oltre svelando parti della trama. Vi incuriosirà? Questa è una certezza, quell’alone morboso non vi si staccherà di dosso per tanto tempo.


Lasciamo, infine, una menzione d’onore ad altri due titoli che prepotentemente bussavano a questa porta, ovvero:

  • What Remains of Edith Finch
  • The Vanishing of Ethan Carter

Provate a scoprirli in autonomia 😉

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